Le nostre visite sono:

wibiya widget

mercoledì 10 agosto 2011

Tutto per te

Queste canzoni sono per te.



Mi manchi tanto!
T.V.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.T.B

martedì 5 luglio 2011

Il gatto Siamese

Il siamese è un gatto di origine asiatica probabilmente del Siam (attuale Thailandia) dal corpo elegante e longilineo e la particolare testa triangolare. Il Balinese è la sua versione a pelo semi-lungo.

Cenni storici

Il siamese sbarcò in Europa per la prima volta nel 1871 al Cat Show di Londra, nel1880 il re del Siam regalò due coppie di siamesi a Owen Gould, console inglese a Bangkok, che ne fece mostra a Londra. Nel 1890 raggiunsero anche l'America dove ebbero enorme successo tanto che agli inizi del novecento la razza era tra le più amate. Inghilterra e Thailandia sono rimaste però per tanto tempo le due patrie di maggior selezione e diffusione del siamese, con il tempo utilizzato per ibridare moltissime altre razze. Per un lungo periodo infatti il suo successo fu oscurato da razze che vedevano nel siamese la loro nascita (quelle ad occhi azzurri). Negli Anni Sessanta, la voglia di rinnovamento toccò anche questa razza, che venne modificata ed estremizzata: nacque così il Siamese attuale.

Standard

  • Taglia: il siamese è un gatto di taglia media, originariamente (agli inizi del '900 fino alla fine degli anni '50) era un gatto con tratti moderatamente orientali. (vediGatto Thai) Il siamese di oggi è un gatto lungo, spigoloso ed estremo.
  • Corpo: Il tronco è tubolare ed elegante;
  • Zampe: lunghe e sottili con piedi piccoli e ovali.
  • Collo: slanciato, muscoloso e arcuato, come pure la coda che deve essere molto lunga e sottile.
  • Testa: è molto tipica, di forma triangolare è caratterizzata dall’allineamento tra la punta del naso e le grandi orecchie larghe alla base e lunghe attaccate basse. Profilo a forma di cuneo.
  • Occhi: di forma ovale o a mandorla e posizionati in obliquo rispetto alla canna nasale. Il loro colore blu, più profondo e puro, è addirittura leggendario.
  • Mantello: setoso, sottile e molto aderente al corpo.
  • Colori: il corpo del siamese è di colore uniforme bianco-crema con zone di colorazione più scure chiamate points che ricoprono orecchie, maschera, coda, zampe e parte degli arti. Vi sono diverse colarazioni di points (seal, blue, chocolate, lilac, tortie, tabby blue/crema, rosso, crema).

Carattere e cure

Il siamese è un gatto particolarmente fedele al suo padrone da molti considerato il più addestrabile e calmo dei gatti, non è raro infatti potergli insegnare a passeggiare a guinzaglio. È un gatto estroverso e di indole vivace, molto comunicativo instaura col padrone un rapporto molto esclusivo. Pur essendo un gatto molto affettuoso non è adatto a tutti, la sua voce e i suoi vocalizzi infatti sono molto particolari.
Grazie a questa caratteristica è però un micio che riesce quasi a dialogare con il padrone. Decisamente agile e longilineo fa acrobazie dentro casa e la sua energia deve trovare sfogo nel gioco, per poi appollaiarsi sulle spalle del padrone e passare con lui tutta la serata. Con un pelo molto morbido e setoso non necessita di particolari cure se non del passaggio di un panno di daino per lucidare il pelo e togliere i peli morti. L'alimentazione dev'essere proteica e di alta qualità, non affidarsi quindi al fai da te ricco unicamente di carboidrati.

mercoledì 29 giugno 2011

L' INTERVENTO

Ciao,
Martedì 28 sono dtato operato.
Devo star fermo per 5 giorni, pensate che se esco devo andarci in CARROZZINA!!!!!
Ci vedremo ad Agosto quando torno dal mare!!!
Ciao, alla prossima!!

sabato 21 maggio 2011

Spagnolo

Ciao,
oggi vi parlo in SPAGNOLO!!
Si, prima in francese e ora in spagnolo.
Vi scrivo qualche frase:


  1. ?Hay carta para mì?
  2. Soi el Sr Bruschi.


  1. ?Dònde se compran los sellos.


  1. ?Dònde se enluentra la oficina de correos?


  1. Quisiera un sello para tarjeta postal.


  1. ?Cuànto tardarà en llegar, para la provincia?


  1. He peservado una mesa para dos.




 Tratto da: Lo spagnolo in viaggio, DeAgostini

venerdì 20 maggio 2011

Degli uccellini

Cornegliano   Laud. 20/05/11 ore 20.20
Ciao,
proprio adesso hanno smesso, erano bellissimi con i loro canti!!
Sto parlando di alcuni uccellini che dalla mia sala si sentivano!!
Peccato che abbiano smesso mi piacevano così tanto!

giovedì 19 maggio 2011

Canzoni di scuola

Ciao,
oggi vi parlo delle canzoni che abbiamo fatto a scuola!!

domenica 1 maggio 2011

Il 1° Maggio

ciao,

oggi 1° Maggio oltre a essere la “Festa dei lavoratori” è il “compleanno” del mio gatto Avatar!!! Be non proprio il compleanno perché compie 8 mesi!!!

avatar

 

Ma ora torniamo al discorso della “Festa dei lavoratori”.

La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori è una festività celebrata il 1º maggio di ogni anno che intende ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. La festa del lavoro è riconosciuta in molte nazioni del mondo ma non in tutte.

Origini internazionali

Più precisamente, con essa si intendono ricordare le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (in Italia con il r.d.l. n. 692/1923). Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867 nell'Illinois (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero introdotte anche in Europa.

L'origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all'Internazionale dei lavoratori - vicine ai movimenti socialisti ed anarchici - suggerirono come data della festività il primo maggio.

Il Quarto Stato, di Giuseppe Pellizza da Volpedo

 

 

Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò sui manifestanti provocando numerose vittime.

L'allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un'opportunità per commemorare questo episodio. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l'oggetto della festività sull'antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro.

La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872.

In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.

La Festa dei Lavoratori in Italia

In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista - che preferì festeggiare una autarchica Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma - ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945.

Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA) quando, la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.

Dall'anno 1990 i sindacati italiani CGIL, CISL e UIL organizzano annualmente a Roma un concerto per celebrare il primo maggio a cui partecipano annualmente centinaia di migliaia di persone.

 

Le prime vittime della storia operaia in Italia

Le prime vittime della storia operaia furono napoletane. Nell’estate del 1863, accade un triste episodio a Portici, nel cortile delle officine di Pietrarsa. Una vicenda storica poco conosciuta, ma riportata dai documenti del “Fondo Questura” dell’Archivio di Stato di Napoli.

Dopo l’Unità d’Italia, il Real Opificio Borbonico di Pietrarsa, il più grande e importante della penisola, passa alla proprietà di Jacopo Bozza. Costui, artificiosamente, prima dilata l’orario di lavoro abbassando nello stesso tempo gli stipendi, poi taglia in maniera progressiva il personale mettendo in ginocchio la produzione. Il 23 giugno 1863, a seguito delle proteste del personale, promette di reimpiegare centinaia di operai licenziati tra i 1050 impiegati al 1860.

Sui muri dello stabilimento compare questa scritta: "muovetevi artefici, che questa società di ingannatori e di ladri con la sua astuzia vi porterà alla miseria". Sulle pareti prossime ai bagni vengono segnate col carbone queste parole: “Morte a Vittorio Emanuele II, il suo Regno è infame, la dinastia Savoia muoia per ora e per sempre”.

La promessa di Bozza è uno dei tanti bluff che l’impresario nasconde continuando a rassicurare i lavoratori e attenuando la loro ira elargendo metà della paga concessa dal nuovo Governo, una sorta di prima forma di cassa-integrazione.

Il 31 luglio 1863 gli operai scendono ad appena 458 mentre a salire è la tensione. Bozza da una parte promette pagamenti che non rispetterà, dall’altra minaccia nuovi licenziamenti che decreterà.

La provocazione supera il limite della pazienza e al primo pomeriggio del 6 agosto 1863, il Capo Contabile dell’opificio di Pietrarsa, Sig. Zimmermann, chiede alla pubblica sicurezza sei uomini con immediatezza perché gli operai che hanno chiesto un aumento di stipendio incassano invece il licenziamento di altre 60 unità. Poi implora addirittura l’intervento di un Battaglione di truppa regolare dopo che gli operai si sono portati compatti nello spiazzo dell’opificio in atteggiamento minaccioso.

Convergono la Guardia Nazionale Italiana, i Bersaglieri e i Carabinieri, che circondano il nucleo industriale. Al cancello d’ingresso trovano l’opposizione dei lavoratori e calano le baionette. Al segnale di trombe al fuoco, sparano sulla folla, sui tanti feriti e sulle vittime. Le forze dell'ordine parlano di sole due vittime e sei feriti trasportati all’Ospedale. Ma i morti sono almeno quattro: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri. Sono questi i nomi accertati dei primi martiri della storia operaia italiana.